La Scordanza di Dora Albanese
Oggi parleremo de La Scordanza di Dora Albanese, edito da Rizzoli che mi ha omaggiata di questo romanzo e che ringrazio.
La trama
La scordanza di Dora Albanese racconta di una donna, Caterina, a cui la sua vita di madre, moglie e figlia sta stretta. Un piccolo paesino della Basilicata in cui tutti sanno tutto di tutti. Il bisogno di realizzarsi come donna, la possibilità di scappare anche se questo significa lacerarsi il cuore. Una storia italiana, una storia umana fatta di paure, sentimenti e sogni.
È l’incontro con Nasir e l’illusione di un nuovo amore che le danno il coraggio di abbandonare i figli, unico motivo che la potrebbe trattenere in quella vita.
Nulla va come programmato e Caterina scappa da se stessa, da quella vita imposta dalla società e dalla consuetudine trasferendosi nel nord Italia e realizzandosi come donna.
La recensione
La Scordanza di Dora Albanese che racconta l’Italia del sud, quella in cui le donne sono devote alla casa e a sgranare i rosari. Una donna che ha bisogno di sentirsi tale.
Un libro che ci ricorda come gli errori dei genitori troppo spesso ricadono sui figli.
Un racconto che mi è entrato dentro, completamente incentrato sulla figura della donna che nonostante i tempi diversi e un’emancipazione pagata cara si ritrova ancora oggi vittima di quelli schemi che la vorrebbero solo madre, moglie e figlia.
Per me questo romanzo è un elogio alla forza delle donne, alla loro capacità di distruggersi e comunque ricominciare, lottare anche se questo significa vivere costantemente con i sensi di colpa. Donne che amano con tutte se stesse e che l’unico grande amore che vivono veramente è quello per i figli. È solo nel passaggio in cui Caterina capisce che chi soffre di più sono i suoi bambini che vediamo un ripensamento.
Nessuno capirà davvero le sue scelte e il perché, se non il figlio grande a modo suo.
Mi è piaciuto perché, come ho già detto, mette in risalto la forza di una donna che va contro tutti e tutto per la sua felicità e credo non ci sia atto di coraggio più grande. Il bivio era di quelli che la vita prima o poi ci pone di fronte: resto e rendo felici gli altri o vado e rendo felice me stessa?
Non so cosa avrei scelto al posto di Caterina. Voi?
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