Tatty, la bambina dai capelli rossi
Io vi consiglio di procurarvi Tatty di Christine D. Hickey edito da PaginaUno, che ringrazio per l’omaggio, tradotto da Sabrina Campolongo.
La trama
Ambientato nell’Irlanda degli anni ’60/’70 questo romanzo racconta la storia di una famiglia come tante dell’epoca, segnata dall’alcool e dalla figlia maggiore “speciale”.
Tatty è la figlia di mezzo dai capelli rossi, la cocca di papà, sempre pronta a tirarsi fuori dai guai. Circondata dalla famiglia, dalle zie e dagli amici cercherà di dar voce ai suoi sogni e alle sue ambizioni vivendo l’imposizione del collegio come una salvezza da quell’ambiente che l’avrebbe compromessa e lasciata a se stessa.
Un avvenimento tragico che coinvolgerà la famiglia la costringerà a rinunciare a tutto per prendersi cura dei suoi quattro fratelli e in qualche modo si ritrova a fare da madre ai propri genitori.
La recensione
Tradotto abilmente (ho apprezzato parecchio il “dizionario” alla fine) da Sabrina Campolongo, autrice di Ciò che non siamo di cui trovate la recensione qui, il romanzo racconta la storia di una bambina costretta a crescere in fretta con quello che ha e che viene strappata via dall’unica possibilità di rivalsa.
Negli anni dell’infanzia la salva l’immaginazione e la forza di credere che prima o poi le cose sarebbero cambiate.
Il finale lascia l’amaro in bocca: si vorrebbe poter fare qualcosa per due genitori che non solo hanno annientato se stessi, ma anche i propri figli.
Con alcuni punti di spiccata ironia il romanzo conquista il lettore e lo porta in una famiglia come tante a lottare insieme a Tatty per un lieto fine. Hickey si dimostra l’erede della tradizione letteraria irlandese.
Complimenti alla traduttrice che rende benissimo quel modo di parlare tipico degli anni e per non aver “forzato” la traduzione: lo stesso soprannome della protagonista, Tatty per l’appunto, non viene tradotto. Tatty deriva sia da “Tell-tale-tattler” (spia-pettegola) ed è anche un modo famigliare per chiamare la patata, infatti Tatty Picker (raccoglitore di patate) è un modo gergale di chiamare un irlandese.
Super consigliato a chi vuole un libro di cui col tempo sicuramente sentiremo parlare e che vuole la storia semplice e vero-simile di una bambina come tante dell’epoca.
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