“Il bambino che disegnava parole”
Oggi vi parlo di Il bambino che disegnava parole di Francesca Magni edito da Giunti, che ringrazio per l’omaggio.
La trama
Il bambino che disegnava parole di Francesca Magni è la storia dell’autrice e della sua famiglia. Durante il secondo anno di scuola secondaria di primo grado scoprono che Teo, figlio maggiore, soffre di dislessia. Inizia così un percorso di auto-consapevolezza di tutta la famiglia: il padre inizia a capire che anche lui potrebbe avere le stesse difficoltà, la madre si prepara ad aiutarlo e alla lunga battaglia contro i pregiudizi tra i professori, amici e parenti, e Ludovica, figlia minore, pur capendo le difficoltà del fratello vorrebbe un po’ più di considerazione da parte della madre.
La recensione
La dislessia, così come ogni disturbo dell’apprendimento, resta un tabù ancora per molti: ci sono professori che ancora oggi non sanno quali tecniche e metodi usare con i DSA, in Italia si ha una legge solo dal 2010 e gli incontri sul tema non sono mai sufficienti.
Questo racconto rende benissimo l’idea di quanto apprendere in modo “diverso” non sia sinonimo di “scemo”: semplicemente ognuno trova il modo più giusto per studiare e raggiungere i propri obiettivi.
Mi ha colpita la frase di Teo “Mamma ci pensi? Io credevo di essere scemo”.
La scrittura semplice e scorrevole rende piacevole la lettura catapultandoci in quello che è il diario di un importante capitolo della vita di questa famiglia. Pur essendo lei stessa il narratore di questo “diario di bordo” riesce a mantenere lo sguardo su tutto quello che accade nella sua famiglia, in particolare sui figli.
F
rancesca Magni, giornalista, inizia questa avventura sul suo blog nel 2016 condividendo con il pubblico la sua esperienza, il suo percorso e quello della sua famiglia fino ad arrivare alla pubblicazione del libro con l’aggiunta di testi da leggere per informarsi, con una mappa su cos’è la dislessia studiata col vero Teo e una serie di riferimenti scientifici che finalmente mettono a tacere tutti coloro che sostengono ancora oggi che la dislessia e tutte le forme di difficoltà nell’apprendimento siano semplici e mere scuse per bambini e ragazzi svogliati.
Un libro consigliato a tutti, in particolare a quelle persone che ancora oggi non riescono ad entrare in empatia e capire che non tutti siamo uguali e ognuno è geniale a modo suo.
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