#PaginaUno: Stato di fermo
Buon lunedì amici lettori!
Per iniziare al meglio la settimana oggi vi parlerò di Stato di Fermo di John Wainwright, tradotto da Sabrina Campolongo (già traduttrice di Tatty e autrice di Ciò che non siamo) ed edito da PaginaUno. Ringrazio la casa editrice per l’opportunità.
Un Noir che non ripercorre le indagini dell’ispettore Lyle, ma ripercorre un interrogatorio. Tre le ragazzine brutalmente uccise da questo serial killer e unico sospettato è uomo, odiato dalla moglie ed è colui che ha ritrovato l’ultimo corpo senza vita. Ha 45 anni, è un “colletto bianco” come molti altri con un’esistenza apparentemente banale. Dopo ore di interrogatorio e il rifiuto di chiamare un avvocato confessa. Incastrato dalle rivelazioni della moglie che in qualche modo sarebbe la vera causa della presunta furia omicida.
Un Noir che fa scuola da solo: non seguiamo il serial killer o la squadra che lo insegue, bensì l’epilogo. L’intero romanzo è basato sull’essere ciò che gli altri si aspettano da noi, anche in negativo, per non deludere delle aspettative che sentiamo addosso.
Un racconto che mostra come l’amore si spenga tramutandosi in odio, di come gli altri non vedano i nostri sforzi per essere migliori di come siamo e che alla fine ognuno di noi ha delle etichette difficili da togliersi.
Mi ha disgustata il silenzio della moglie in alcuni frangenti e di come sia così diventata complice dei crimini che il marito può aver commesso.
Consigliato a chi vuole un indagine col tasto rewind.
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Non mi resta che augurarvi buona lettura!
A presto amici lettori!