“Pacifico” di Tom Drury
Vi ricordate i personaggi de La fine dei vandalismi e di A caccia dei sogni?
In quei romanzi abbiamo incontrato i particolari abitanti di Grouse Country, piccolo paesino americano in cui il cielo si fonde con l’oceano. Oggi li ritroviamo a distanza di qualche anno alle prese con un terremoto che scuote le esistenze: chi se ne va, chi va avanti e chi torna indietro. Questo è l’ultimo capitolo della trilogia, Pacifico, di Tom Drury e vi assicuro che ne sentiremo la mancanza.
Il quattordicenne Micah lascia la casa paterna e Grouse County per raggiungere la madre, Joan, che si è trasferita a Los Angeles e fa l’attrice. È qui che muove i primi passi da adulto: una nuova scuola, nuovi amici e l’amore per Charlotte. Sua sorella Lyris, intanto, è andata a vivere con il fidanzato a Stone City e stringe amicizia con Louise, che ha aperto un negozio di antiquariato; mentre Tiny, rimasto solo a casa, decide di sperimentare ingegnose rapine nei centri commerciali. Ma il placido mondo della contea è scosso dall’arrivo di due forestieri: Jack Snow e Sandra Zulma, sulle cui vicende al limite del soprannaturale cercano di far luce Dan Norman, l’ex sceriffo ora investigatore privato, e Albert Robeshaw, il fidanzato di Lyris.
Tiny e Joan, Lyris e Micah, Dan, Louise e Mary: sono questi i personaggi a cui ci siamo affezionati. E nell’ultimo capitolo della trilogia le loro vite riprendono a scorrere sotto i nostri occhi, tra cambiamenti, scelte, scoperte e imprevedibili traiettorie. Tom Drury, come sempre, li osserva con divertita
tenerezza e profondo rispetto, restituendoci un’epica del quotidiano tra i cieli immensi del Midwest e la distesa sconfinata dell’oceano Pacifico.Questo libro è per chi torna da un viaggio felice di sentire di nuovo gli odori di casa, per chi ama trovarsi in cucina di notte davanti al frigorifero, per chi ha tirato di spada con un metro pieghevole sgominando gli avversari, e per chi sa che subito dopo aver sognato non si può far altro che dire la nuda verità.
I personaggi sono cambiati, cresciuti: Dan è ora un investigatore privato, Louise, sua moglie, gestisce un negozio d’antiquariato e vizia, come può, Lyris e il fidanzato. La ragazza ha infatti lasciato la casa del patrigno Tiny. Questo è forse il personaggio che cambia al contrario: il figlio Micah lo lascia per seguire la madre Joan a Los Angeles. Prima differenza con gli altri due romanzi: il centro non è più quel paesino sperduto, ma si sposta in una città che ha degli effetti devastanti sul giovane.
È una trilogia che non ha una conclusione perchè racconta il quotidiano, le vite normalissime di personaggi come tanti altri. Lo stile inconfondibile di un autore che ha scritto questa trilogia in diciannove anni, come a voler dare tempo ai lettori, a se stesso e anche ai suoi personaggi di crescere, di sedimentare i loro cambiamenti e il naturale passare del tempo.
Una scrittura molto descrittiva e poco introspettiva che rende la lettura piacevole anche per chi, come me, non è un amante delle descrizioni lunghissime e ricche di aggettivi.
Girare l’ultima pagina ha lasciato in me un po’ di amaro, di nostalgia e di lontananza.
Consigliato a chi ama le letture semplici, senza colpi di scena che raccontano la vita vera, quella che si vive ogni giorno.
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Vi aspetto e vi auguro una buona lettura!