Intervista a Marianna Cimmino
Incontro Marianna, alias McLaw allo stand di Ianieri Edizioni al Salone Internazionale del Libro di Torino.
Subito mi mette in mano il suo bambino Bianca di Polvere di cui vi ho già parlato con grande entusiasmo. Parliamo un po’ e mi conquista. Torno a casa la sera e nonostante fossi distrutta la curiosità c’è e così inizio a sfogliarlo, leggerlo. Come sapete è uno dei libri che più ha segnato il mio 2018 fino ad oggi.
Bianca di Polvere racconta una storia di dipendenza: la protagonista purtroppo per sopravvivere al dolore si droga fino a quando incontra Tommy un amore puro che inizialmente provoca in lei il bisogno di cambiare, di mettere fine a quella vita fatta di eccessi, purtroppo però Bianca, la protagonista si ritroverà prigioniera non solo della droga ma delle sue stesse bugie.
Vi invito a prendere un caffè con noi e a scoprire la donna dietro l’autrice.
Chi è Marianna Cimmino?
Marianna Cimmino è una donna, mamma di un bellissimo bimbo di otto mesi di nome Tommy che come molte donne della sua età è cresciuta in una generazione in cui i tabù erano molti. Scrivo per gli altri e lavoro per loro. Una sorta di deformazione professionale.
Come nasce la storia di Bianca di Polvere?
Nasce da un’esperienza accaduta a una persona a me vicina e dall’esigenza di spiegare che la sostanza è una scelta. Sempre. Credo sia un testo che si adatti bene agli adolescenti e che se spiegato possa aiutarli a non scegliere la dipendenza, di nessun genere.
È la violenza sulla madre che distrugge Bianca e da qui parte la trama, perchè?
Sicuramente il demone di B. è la violenza e le distrugge l’anima ma ciò non toglie che lei continua a scegliere di autodistruggersi invece che affrontare il dolore e da qui che tutto nasce e si sviluppa fino a quando lei non si innamora di Tommy.
Tanti i personaggi che mi hanno colpita ma iniziamo da quello che secondo me è un po’ incompreso:
la nonna di B. che sembra una donna fredda e algida ma secondo me c’è molto di più, sbaglio?
Assolutamente no, è una figura chiave del romanzo perchè tutela le apparenze. Con i soldi lei manovra e seppellisce ciò che gli altri non devono sapere. Anche questo è amore, l’unico che lei conosce.
Altro personaggio a mio avviso positivo è Stewie cioè Stefano, migliore amico del grande amore di
B. cerca di proteggerla ma allo stesso tempo la riporta nella sua dipendenza.
Come nasce questo personaggio?
Stewie è un omaggio al mio “papà – amico” cioè Stefano, marito di mia madre che ha rimesso insieme i nostri pezzi ed è stato per me una delle persone più importanti.
Tommy è l’unica figura completamente positiva del romanzo, il nome non credo sia un caso.
È un omaggio, una dedica a tuo figlio?
Sì (e lo dice anche un po’ commossa ndr), Tommy è la forza motrice che può cambiare le cose. Il sentimento che prove non deve farti paura e Bianca in questo caso cerca di proteggerlo da se stessa. Alla fine racconto anche l’amore, quello diverso per ognuno di noi che ha dei risvolti personali.
Progetti futuri?
Raccontare la violenza sulle donne con il chiaro messaggio che non è mai permessa o scusabile.
Ringrazio davvero di cuore Marianna per questo caffè e vi invito a leggere il suo romanzo il prima possibile