Intervista a Elisa Impiduglia
Mettetevi comodi, prendete la vostra tazza di caffè e preparatevi a conoscere Elisa Impiduglia, autrice di “Devilishly Stylish” e efficientissima Senior Publicist che potreste incontrare mentre corre da una parte all’altra sempre con i suoi amati tacchi.
Chi è Elisa Impiduglia?
Una donna molto testarda, con qualche mania di troppo e con un tasso di caffeina troppo alto nel sangue. Un’appassionata di scarpe, nonchè un’enciclopedia vivente per quanto riguarda argomenti di sostanza quali “Una mamma per amica”, “Sex & the City” e “Friends”. Un giullare travestito da persona seria, che si stupisce spesso di non essere ancora stato smascherato.
Quale percorso di studi ti ha permesso di lavorare nell’editoria? Era il lavoro che sognavi?
Ho saltellato con (ben poca) leggiadria dal liceo classico alla facoltà di Economia, stupendomi per la quantità di informazioni utili acquisite, per poi approdare a quella di Lettere Moderne, che però mi ha delusa per la ben poca modernità. Se però dovessi dare un consiglio spassionato, non sarebbe tanto sul percorso di studi, quanto sull’approccio nei confronti della conoscenza: siate curiosi. Sempre, e su tutto. Al di là della scritta “stay hungry, stay foolish” postata sui social network, che è bellissima e non si discute, formatevi. Non smettete mai di chiedervi cosa non sapete, perchè è facile credere di essere preparati e spesso quando si realizza di essersi sbagliati è tardi per poter rimediare. Sul lavoro “che sognavo” non mi esprimo, perchè non so ancora che cosa sogno: so di amare il mondo editoriale, ma finora ho provato tre diverse realtà e in tutte ho trovato soddisfazioni e seccature… vedremo cosa accadrà!
Da maggio sono Senior Publicist di Sperling & Kupfer, ed è un’avventura che mi ha già dato qualche piccola, grande soddisfazione.
Come e quando nasce “Devilishly Stylish”?
In un noioso pomeriggio di metà Luglio, sei anni fa. Bloccata in città per la sessione estiva, inizialmente era il mio angolino per parlare di cosmesi e di tutto ciò che attiene la cura di sè, passione che nessuno nella mia vita di ogni giorno condivideva. I libri sono arrivati dopo, perchè pur essendo una lettrice forte sin da bambina, non sentivo la necessità di parlarne online avendo una famiglia di lettori che mi faceva da cassa di risonanza.
L’episodio che più ti ha fatto dire “Questa è la strada giusta per me”.
È un po’ stucchevole, e mi scuso in anticipo per la dose di saccarina in arrivo, ma credo di averlo capito lo scorso Giugno quando, dopo due anni di lavoro nel settore editoriale e tante esperienze positive e stimolanti fatte, mi sono trovata seduta sul parquet lucido e scintillante del mio primo appartamento da adulta, circondata da scatoloni di libri, con il computer sulle gambe e un bicchiere di vino bianco su uno scatolone, a lavorare. Mi sono sentita al mio posto nel mondo, e bene nella mia pelle. Come se fossi esattamente dove dovevo essere, e quando dovevo esserci.
Ritieni che i blog/profili social debbano essere monotematici o
che debbano rappresentare a 360° chi li crea?
Credo che si debba fare un distinguo: se si tratta di un profilo personale, che vuole raccontare l’individuo ed essere specchio della sua personalità, allora ben venga a foto di ogni tipo. Nessuno ha una vita monotematica, e nessuno ha il feed emozionale monocromatico e perfettamente ritoccato.
Se invece è un profilo creato per condividere una passione, ben venga che sia concentrato su quella passione specifica: è un modo per entrare in contatto con chi la condivide, e confrontarsi con persone che magari è difficile conoscere nella vita di ogni giorno.
L’unica cosa che, lo ammetto, non trovo particolarmente stimolante è l’idea di creare un’immagine super patinata di se stessi, perchè il rischio è di amare sempre meno la propria vita e la propria persona “al naturale”.
Come vedi la categoria Blogger tra 5 anni?
Quali sono gli atteggiamenti che non apprezzi della community dei libri? Beauty?
Mi piacerebbe vedere la nascita di un Ordine dei Web Contributors, affiancato a quello dei giornalisti, perchè aiuterebbe sicuramente a mettere in luce chi approccia la creazione di contenuti sul web con professionalità e passione, e chi invece lo fa in modo sciatto e, a volte, con un pizzico di cattiva fede.
Mi piacerebbe vedere una spinta maggiore verso la formazione e la crescita non tanto del numero dei followers quanto nella propria persona.
Conosco tantissime persone piene di energia e creatività, e non sempre sono quelle più seguite: sarebbero però le prime a emergere in un contesto che premi la qualità. Io faccio il tifo per loro!
Trovi che manchi qualcosa nel mondo 2.0? (valori – Conoscenze – Competenze)
Il mondo del web è forse uno dei più democratici: chiunque può creare un blog, un account su un social network a scelta, e via dicendo.
Ma il fatto di poterlo fare non implica che poi il risultato sia meritevole.
Trovo difficile prendere sul serio recensioni di libri scritte in italiano non corretto, per esempio, perchè non c’è credibilità nel valutare la prosa altrui se poi non si sanno scrivere sei frasi nella propria lingua madre senza errori.
Manca, spesso ma per fortuna non sempre, la voglia di documentarsi, a volte con risultati… interessanti. Diciamo interessanti.
Ho anche assistito a interviste ad autori in cui nessuno aveva letto il libro prima dell’incontro a parte un paio dei presenti, e il livello delle domande che ne seguiva è facilmente immaginabile.
Cosa ti fa dire che qualcosa che provi o leggi possa avere davvero successo?
Per quanto riguarda il prodotto cosmetico, se è facile da usare e dà un risultato pari a quello promesso per me è un vincitore.
Sto molto attenta al rapporto qualità-prezzo: un prodotto che contiene ingredienti la cui lavorazione è lunga e costosa non potrà mai essere economico, e allo stesso tempo un prodotto realizzato con ingredienti scadenti non dovrebbe mai costare più di una certa cifra.
Per i libri, in fondo, vale la stessa regola: difficilmente chi pubblica venti romanzi in due anni avrà dedicato a ogni libro un serio lavoro di ricerca, stesura, rilettura e riscrittura. Manca proprio il tempo!
Conta l’emozione, sicuramente: un romanzo che non coinvolge, per quanto scritto bene difficilmente sarà quello che i lettori consigliano con entusiasmo agli amici ed è il passaparola a far vendere i libri.
Ma non si può prescindere dalla cura, dal lavoro di lima, dallo studio delle parole e da una solida ricerca a monte: altrimenti si racconta la New York di Central Park e Starbucks, senza raccontare “davvero” quella che è una città dalla storia secolare affascinante. Edward Rutherfurd ci è riuscito, e non resisto alla tentazione di consigliarvi il suo “New York” (Mondadori): è sublime.
In cosa ti vedremo presto impegnata? Novità in arrivo?
Una novità c’è: in autunno (al momento Ottobre, ma vedremo!) lancerò il mio sito, e dopo anni di blog amatoriale darò al tutto un taglio editoriale.
In parte perchè quando ho iniziato a scrivere online ero una ragazza di 24 anni e ora sono una donna di 30, in parte perchè il blog mi sta stretto.
Mi serve un contesto diverso per poter parlare di argomenti che, nel mio spazio tutto bianco e rosa, sarebbero fuori posto, e perchè finalmente mi sento abbastanza coraggiosa da usare il mio nome, invece di nascondermi dietro a uno pseudonimo.
Un augurio che fai a te stessa e a tutti i lettori di My Po Blog.
Ehi, sono una lettrice di My Po Blog anche io! Auguro a tutti noi di essere sempre ottimisti, perchè anche nella giornata più nera e in cui va veramente tutto, tutto, tutto storto c’è quella piccola cosa che invece va bene e può farci sorridere. Auguro a tutti l’incontro con il libro giusto al momento giusto, perchè sono le letture che restano nel cuore. Infine, auguro a tutte le lettrici di trovare il paio di tacchi alti che davvero non fa male camminando: anche quella è magia!
Potete seguire Elisa e tutte le sue avventure su Instagram e Twitter!