“Foschia” di Anna Luisa Pignatelli
Foschia di Anna Luisa Pignatelli edito da Fazi Editore è il racconto intimo di una donna, Marta, che ripercorre a ritroso la sua vita e, in particolare, rivaluta la figura del padre Lapo.
Trama
Ambientato in una Toscana appartata e solitaria, tra boschi incontaminati e vigneti, Foschia è il racconto di una storia familiare dai contorni decisi, intenso e conturbante. Adulta e già malata, Marta decide di ripercorrere con la memoria il rapporto teso e tormentato vissuto con il padre Lapo, un affermato critico d’arte, uomo carismatico di grande fascino e talento. Nel ricordo, l’ammirazione da parte di lei bambina si trasforma dapprima in infatuazione e poi, via via, in una forma di attrazione più subdola e pericolosa. Dopo l’infanzia passata a Lupaia, luogo affascinante e misterioso, Marta si trasferisce con il padre e il fratello nella più austera Torre al Salto, dove, preda di pulsioni che coincidono con un naturale risveglio dei sensi e delle inevitabili trasformazioni dovute all’adolescenza, vive un momento delicato all’interno di una famiglia che non sente più come sua. Sono lontani i giorni in cui Marta cresceva accanto alla madre, donna anticonformista e inquieta, dal carattere quasi selvaggio ma profondamente legato alla natura, e lontano è il ricordo delle gite fatte insieme a Lapo nei dintorni di Lupaia per vedere le opere di Piero della Francesca o del Pontormo. Avvolti da una densa foschia sono anche gli anni in cui Marta aveva esaltato la figura del padre, legandola a ideali di purezza e bellezza, che lo scontro con la realtà porterà irrimediabilmente a rinnegare, non senza uno strascico di dolorose conseguenze.
Stile e Personaggi
Un racconto bucolico ambientato nella natura della Toscana e in cui la nostra protagonista, Marta, spesso si rifugia.
Uno stile dolce, veramente intimo che permette di entrare immediatamente in empatia con questa donna che cerca di muoversi nella Foschia dei suoi ricordi.
Un rapporto di amore e odio tra padre e figlia; il ricordo di una madre scomparsa troppo presto; un fratello, Antonio, che scappa dal caos alla ricerca di tranquillità. Questo è quello che ci viene raccontato con dolcezza, malinconia e un po’ di ambiguità.
Il titolo, Foschia, credo che richiami proprio l’idea offuscata che Marta si era fatta del padre Lapo per il quale ha provato un sentimento che va oltre l’amore tra padre e figlia e sfiora la venerazione.
Un romanzo breve che permette al lettore di entrare in punta di piedi nella vita di questa donna che cerca, ormai da adulta, di superare quelle mancanze percepite fin da piccola e la crisi dell’idea utopica che si era costruita, per sopravvivere del padre.
Conclusioni
Un romanzo veramente malinconico che si legge tutto d’un fiato per la potenza emotiva che sprigiona. Foschia è l’insieme di una trama buona e di un ambiente perfetto che insieme danno vita ad una storia unica. Ben scritto sicuramente e adatto ad un pubblico femminile che ha bisogno di sentire la storia nello stomaco.