“Il fuoco e la polvere” di Mauro Garofalo

Il nuovo romanzo di Mauro Garofalo è edito da Frassinelli editore e si intitola: Il fuoco e la polvere.

Ambientato nella Maremma toscana di fine ‘800 ha il fascino dei film western di Sergio Leone visti con il nonno. Racconta l’Italia dei giorni delle giubbe rosse di Garibaldi e racconta il bisogno di salvare il presente per avere un futuro migliore.

Se in Foschia la natura era uno sfondo nostalgico in questo romanzo è protagonista e necessaria nel suo essere barocca e non sempre buona.

Trama

1862, tempi duri in Maremma. Mentre la guerra civile impazza e le giubbe rosse di Garibaldi sbarcano al centro e al sud, il Capitano Bosco aiuta i mezzadri in lotta contro i padroni. Per molti è un eroe. Ma per l’uomo con la bombetta è un pericoloso avversario, il potente politico sta infatti cacciando i contadini dalle terre per costruire la ferrovia, mascherando i suoi loschi affari in nome dell’Unità d’Italia. Forte dell’appoggio del nuovo Stato voluto dai Savoia, rapisce la bella Elena, giovane donna di cui è innamorato il Capitano Bosco, e scatena contro di lui un esercito di militari e la ferocia del sanguinario criminale Enrico Stoppa. Tra inseguimenti nelle foreste a picco sul mare, Bosco trova sulla sua strada un’improbabile banda di compagni d’avventure: un ex schiavo proveniente dalle colonie eritree; un esperto di esplosivi; un misterioso samurai arrivato in Occidente con il circo; un anziano colonnello tiratore scelto e un ragazzino scampato al massacro della sua famiglia. Insieme a loro, Bosco darà l’assalto finale al potere che vuole distruggere le sue terre selvagge.

Stile e personaggi

Il fuoco e la polvere è uno di quei romanzi in cui si palesa la formazione dell’autore: le scene violente lasciate all’immaginazione dei lettori ricordano molto quelle di Tarantino, le atmosfere i film di Sergio Leone, l’eroe, Bosco, Robin Hood e la bella Elena ricorda molto Lady Marian. Una prosa elegante che crea un mondo che il lettore completa e che diventa lirica quando si tratta delle descrizioni della natura incontaminata della Toscana.

Bosco è l’eroe che non ha nulla da perdere e che, essendone consapevole, si batte per tutto quello in cui crede con tenacia e un forte senso di giustizia. Nel suo gruppo troviamo l’Eritreo, arrivato su un cargo in Italia che rappresenta l’amico fedele che non ti lascia. Poi troviamo un tiratore scelto che rappresenta la nostalgia per il passato. Il Giapponese che, a detta dell’autore, è un omaggio a una terra che lo chiama e ama per i suoi colori e la sua tradizione. Infine il candore rappresentato da un giovanissimo Giovanni.

Il cattivo è l’uomo con la bombetta di cui nome nessuno pronuncia se non Elena, una donna di origini altolocate che si scopre come essere umano pensante grazie all’incontro con Bosco che sfiderà apertamente il potere corrotto.

Conclusioni

La natura diventa protagonista e va salvata così come le tradizioni di un popolo. Il romanzo è uno specchio di quei valori che la generazione dell’autore e la mia ha visto puntualmente calpestati: razzismo, parità di genere e libertà di opinione e espressione. Le scene di violenza incomplete hanno in me scatenato il famoso pugno nello stomaco, allo stesso tempo le descrizioni della natura però mi rilassavano e facevano sentire protetta.

Un ottimo romanzo che sembra già pronto per essere la sceneggiatura di un film che faccia innamorare le nuove generazioni e provare nostalgia ai più grandi.

Sicuramente un romanzo che consiglio a chi ama il Risorgimento italiano e chi è cresciuto con i cattivi del west.

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Non mi resta che augurarvi una buona lettura.

Nata e cresciuta a Milano. Per lavoro Social Media Manager e Copywriter. Per sopravvivenza vivo tra caffè, libri e aperitivi senza dimenticare i carboidrati!