“Relitto” di Noel O’Reilly
Relitto è il romanzo di esordio di Noel O’Reilly edito da HarperCollins.
Come ogni romanzo d’esordio ha dei punti di forza e dei punti deboli. Sicuramente è una buona storia, raccontata bene e che trova il suo punto di forza nell’ambientazione. Andiamo per ordine però.
Trama
I naufragi fanno parte della vita quotidiana nel remoto villaggio di Porthmorvoren, in Cornovaglia. E quando il mare abbandona sulla spiaggia i corpi di coloro che sono annegati, porta anche tesori: barili di liquore, frutta esotica, la possibilità di sfilare un bel paio di stivali a un cadavere, forse anche un gioiello o due.
Quando, dopo una violenta tempesta nei pressi di un relitto sulla spiaggia, Mary Blight salva dal mare un uomo mezzo morto, ignora i pettegolezzi dei vicini e lo porta a casa sua per curarlo al meglio. Gideon Stone è un ministro metodista di Newlyn, e un uomo sposato. Commosso dal sacrificio di Mary e inorridito dalle superstizioni e dalle credenze pagane a cui gli abitanti del villaggio si aggrappano, Gideon si propone di portare luce e salvezza a Porthmorvoren costruendo una cappella sulla collina.
Ma il villaggio ha molti segreti e non tutti i suoi abitanti vogliono essere salvati. Mentre Mary e Gideon sono sempre più legati l’uno all’altra, la gelosia, le voci e i sospetti si diffondono a macchia d’olio. Gideon ha dei demoni da affrontare, e presto i nemici di Mary iniziano a tramare contro di lei…
Personaggi e stile
Mary Blight, protagonista e voce narrante è il personaggio meglio costruito di tutto il romanzo e forse l’unico. Raccontare la storia dal suo punto di vista è sicuramente stato un azzardo ben riuscito perchè l’attenzione resta alta durante tutta la lettura, allo stesso tempo però ci viene mostrato solo quello che Mary conosce e i personaggi attorno a lei subiscono il suo giudizio che inevitabilmente ci condiziona.
Gideon, l’uomo di Dio, all’apparenza è un uomo tutto d’un pezzo per poi rivelarsi con tutte le sue debolezze e incoerenze.
L’isola, il paesotto che rispecchia in pieno ogni dinamica già vista: l’invidia, i pettegolezzi, l’ipocrisia e le credenze pagane sono gli elementi che formano la popolazione, pronta a insultarsi e compatta contro chi viene da fuori.
Mary salva Gideon da un naufragio e crea con lui un rapporto stretto mentre tutti cercano il Cannibale, quella persona che depredava i corpi morenti sulle coste dopo i naufragi.
L’ambiente è poco descritto ma quel poco mostra un paese circondato dalla nebbia e con quell’aria gotica e tenebrosa. Del genere gotico non troviamo molto di più: solo una leggera nebbia che si addensa intorno a delle dinamiche da pettegolezzo. Sono i sospetti tra gli abitanti e i giudizi a tenere su la trama.
Riflessioni
Sicuramente un buon romanzo ma con tanti punti morti. Mancano tutti quegli elementi soprannaturali che caratterizzano il genere. È interessante vedere i conflitti dell’anima di Mary ma avrei voluto vedere anche quelli di Gideon. Gideon è un uomo di fede, saldo alla parola della Bibbia e che si ritrova a dover mettere tutto in discussione per Mary che in nulla corrisponde ai canoni della donna per bene. Questo è uno dei punti di forza di questo romanzo: un sentimento che ti sconvolge la vita e ti fa mettere tutto e tutti in discussione.
Altro punto di forza è il paese: per quanto le dinamiche siano un cliché continuo risultano convincenti e adatte alla trama e al percorso che Mary fa.
I punti deboli sono non aver mostrato il tormento di Gideon, l’aver raccontato solo Mary quando in realtà molti altri personaggi subiscono l’arrivo del ministro in modo diverso. Sarebbe stata, a mio avviso, una trama più adatta a un romanzo corale che desse un’idea a trecentosessanta gradi di quello che avveniva in scena.
Il Dayly Mail ha parlato di un taglio gotico: ritroviamo questo genere solo nell’ambiente perchè quello che viene mostrato come soprannaturale altri non è che le credenze pagane.
Un romanzo che consiglio a chi vuole la dama pronta a farsi salvare, a chi ama le storie della nebbia e vuole sognare ancora un po’.
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