Intervista a Under My Skin
Ciao Micol! Grazie per essere qui a prendere un caffè virtuale con noi e a raccontarci un po’ della tua avventura su instagram e di un argomento di cui parliamo tanto in determinate occasioni ma non come dovremmo.
Chi si nasconde dietro Under My Skin?
Ciao Paola, innanzitutto sono io che ringrazio te per la possibilità di fare questa chiacchierata virtuale che tocca argomenti a me molto cari.
Under My Skin in realtà più che nascondermi mi rivela, c’era una parte di me che avevo involontariamente messo a tacere per molti, moltissimi anni, e grazie a questa pagina è venuta fuori. Ma c’è ovviamente una parte altrettanto grande di me non visibile, fatta di rabbia, cicatrici e dolore, che cerco di tenere quieta come posso (anche se non sempre ci riesco) perché credo non interessi a nessuno.
Arriviamo subito al punto focale di questa “intervista”: su instagram sei una delle poche a mostrare scrittrici, discusse, a volte sconosciute, ma esponenti del femminismo. Come ti sei avvicinata a questo tipo di letture?
È stato molto divertente. Il fatto è che io ho sempre pensato determinate cose, sono stata cresciuta con questi valori, solo che non mi ero resa conto che avessero un nome. Poi ho incontrato Federico, il ragazzo che ha creato con me #wecanreadit, ho cominciato a seguirlo e ad interessarmi a ciò che diceva, perché rispecchiava totalmente il mio pensiero, quindi gli ho scritto e gli ho chiesto in che modo potessi avvicinarmi alla letteratura femminista, e mi ha consigliato di leggere Chimamanda Ngozi Adichie. Ho comprato il libro Dovremmo essere tutti femministi, l’ho letto in un’ora e ho pensato “ma allora esiste qualcuno ha messo nero su bianco tutto quello che ho sempre pensato!”, è stato come se tutti i pezzi del puzzle fossero tornati finalmente al giusto posto. E da quel momento non mi sono più fermata.
Trovi che donne lontane da noi come epoche e usi siano ancora attuali? (so che risponderai si e quindi la domanda mi sorge spontanea) credi che educare le nuove generazioni all’uguaglianza di genere possa passare anche da testi lontani?
Assolutamente si. Le scrittrici che hanno scritto testi sulla parità di genere nel passato sono fondamentali, perché se non si riesce a capire da dove veniamo, non possiamo di conseguenza sapere chi siamo. Educare le nuove generazioni usando come base gli avvenimenti del passato (che poi non è così lontano come crediamo) è utile innanzitutto per acquisire una solida consapevolezza a livello storico e sociale, e per invogliarli a fare qualcosa di concreto, seguendo l’esempio di chi ha fatto cose importanti prima di noi; il che non significa necessariamente emulare le suffragette, io credo nel potere taumaturgico dei piccoli gesti.
Quale opera o autrice consigli a chi vuole avvicinarsi a questo tema? Alla te del liceo cosa vorresti far leggere?
Rischio di essere ripetitiva ma sicuramente Chimamanda Ngozi Adichie rappresenta un primo approccio perfetto, perché il tipo di femminismo di cui parla lei è inclusivo ed intersezionale, quindi smonta di sana pianta tutti i pregiudizi che girano intorno a questo movimento.
Alla me del liceo vorrei far leggere Simone de Beauvoir, ma non solo per il femminismo, anche per altri motivi. Se avessi letto Memorie di una ragazza perbene nel momento giusto probabilmente avrei fatto scelte differenti.
Cosa credi invece dovrebbe leggere un ragazzo in piena adolescenza per non cadere nei luoghi comuni e scendere in campo insieme a noi?
Il libro che dovrebbe leggere ogni adolescente, ma non solo, ogni persona al mondo è: Il buio oltre la siepe di Harper Lee. In quel libro c’è tutto, tutto ciò che è necessario.
Hai creato #wecanreadit e #marzodidonneedilibri. Ti aspettatavi un seguito così ampio per un argomento che per molti torna alla mente solo l’8 marzo, purtroppo?
No devo dire che non mi aspettavo un’affluenza così consistente, e ne sono estremamente felice. Riuscire a veicolare un messaggio così importante tramite la mia pagina per me è molto importante, se quello di cui parlo arrivasse e colpisse nel profondo anche solo una persona per me sarebbe già un traguardo enorme, quindi a volte mi sembra quasi un sogno vedere che ricevo un feedback così numeroso e soprattutto positivo.
Un tema del genere solitamente attira anche molti luoghi comuni piuttosto che haters. Come ti comporti a riguardo?
Prima mi arrabbiavo moltissimo e litigavo con chiunque. Ora se vedo che c’è la possibilità di avere un confronto costruttivo cerco di avere un dialogo anche con chi la pensa in maniera totalmente opposta, ma se mi trovo davanti chi vuole fare della polemica sterile o offendere gratuitamente non rispondo neanche elimino il problema alla radice, bloccando.
Avere opinioni diverse è sacrosanto ma la prepotenza e l’arroganza con me non troveranno mai terreno fertile.
Un augurio per te e uno per tutte le donne e l’opera che non può mancare nella libreria di nessuno di noi.
Ho tanti sogni nel cassetto e hanno tutti a che fare con il femminismo, mi auguro di realizzarne almeno uno.
A tutte le donne invece auguro di riuscire ad essere solidali, coraggiose e soprattutto curiose. Auguro di avere la forza di non girarsi dall’altra parte, di tendere sempre la mano verso chi ha bisogno, e di non smettere mai di sperare e soprattutto di lottare sempre per ciò in cui credono.
L’opera che non può mancare nella libreria di tutti noi? Ovviamente I monologhi della vagina di Eve Ensler.