Intervista a Francesco Nucera
Oggi sono molto felice di portare sul blog Francesco Nucera. La nostra chiacchierata risale al 19 marzo, festa del papà. Ho aspettato a trascrivere questa intervista perchè io di Francesco ho profonda stima sia come scrittore sia come persona. Mi permetto di dire che qualsiasi cosa lui faccia e scriva mi piace, perdo di credibilità così? Non credo. Credo anzi che sia una delle perle rare che si trovano in questo periodo: idee chiare, mai contento di sé stesso e la sua modestia è genuina. È stato uno dei primi autori che ho presentato, è stato uno dei primi a sostenere questo blog. Ormai è un amico e non potevo che farvelo conoscere.
Le mille facce della stessa moneta, Ernesto e ultimo Nerd Antizombie. A differenza dei tuoi colleghi non hai tentato il salto con quest’ultimo romanzo e hai deciso di pubblicare con NeroPress, come mai?
Innanzitutto è difficile capire come fare il salto. Mi rendo conto di aver sbagliato qualcosa e quindi mi trovo a ricominciare. Nerd Antizombie tra l’altro non lo avrei visto in altre case editrici.
Leggendo le tue opere mi sono fatta l’idea che scrivi tanto per i tuoi figli. Sbaglio?
Cadi a fagiolo: Ernesto nasce da una domanda “Cosa posso raccontare a un figlio senza esserlo stato?”. Io mi rivolgo a loro come avrei voluto che qualcuno si rivolgesse a me. Giusto o sbagliato. L’idea che loro possano leggere di me anche tra 10 anni mi piace.
In Ernesto – Genesi di un eroe tu fai il salto qualitativamente: precedi quello che, politicamente, sta accadendo e anche perchè precedi tutti gli altri autori che ne parlano.
È il romanzo a cui sono più affezionato, è stata la prima idea. Nerd Antizombie racconta la mia generazione, Ernesto racconta il mondo che cambia intorno a me.
Francesco Nucera: Lo stile
Nerd Antizombie ha uno stile molto diverso. Come riesci?
Già nei racconti cambiavo. Io provo a dare ad ogni narrazione la sua scrittura migliore. La prima persona a me non piace ad esempio ma in Ernesto era fondamentale per creare empatia con il lettore. Ogni storia ha il suo modo di essere raccontato. Non schematizzo tutto.
Come nasce una tua storia?
Parto da un’idea, voglio raccontare quella cosa e lavoro tanto sul personaggio. Senza un personaggio forte una storia, per me, non ha motivo di esistere.
Da scrittore quale è il personaggio che ti ha dato più problemi?
Ernesto: all’inizio è veramente squallido. Non riuscivo a entrare in quel personaggio perchè distante secoli da me. Poi quando è partito e ho capito come entrare nella sua testa va.
Come arrivi alla scrittura?
Parte da bambino, quello con le idee buone. Il classico “È bravo ma non si applica”. Poi un periodo buio in cui non andavo a scuola per leggere al pacchetto. Poi per gioco: con due colleghi abbiamo iniziato a scrivere un romanzo. Mai concluso. Poi arrivo a Minuti Contati. Avevo ripreso in mano gli studi. Dai racconti poi è nato tutto.
Cosa c’è di tuo nei tuoi personaggi?
L’idea di base. Cerco di nasconderla e alcuni personaggi sono io: magari qualche comparsa, mai i protagonisti o semplicemente una frase buttata lì, sporadica.
Francesco Nucera: La lettura
Come porti i tuoi figli alla lettura?
Imitano la mamma, imitano il papà. Loro fanno le gare a chi legge di più ed è una competizione bellissima. Non leggono nulla che piace a me, non ascoltano i consigli che gli do. Vengono con me in alcune fiere, alle presentazioni.
Come arrivi alla lettura?
Con Stefano Benni, mi sono reso conto che la lettura era qualcosa di alternativo alle proposte scolastiche. Potevo divertirmi leggendo. Poi sono arrivato ai classici.
Chi è il tuo primo critico?
Ho due amici di cui uno, Roberto, che sono i miei beta. Poi dagli altri trovo sempre troppa bontà “tutto molto bello” e io non mi sento bravo, non credo di esserlo.
Francesco Nucera: Minuti Contati
Mi parli un po’ di Minuti Contati?
È stata una fortuna: mi ha insegnato a curare degli aspetti che non curavo prima. Mi ha permesso di conoscere tante persone. Ora sono uno dei gestori. Ogni terzo lunedì del mese viene lanciato l’argomento alle 9 con un ospite. Diamo la possibilità a piccoli scrittori a rapportarsi con qualcuno che ce l’ha fatta e a confrontarsi tra loro. Hai 4 ore per scrivere un racconto. Dieci giorni di “discussione”. Alla fine poi l’ospite elegge il vincitore.
Trovate tutto sul sito www.minuticontati.com
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