I nostri antenati di Italo Calvino
Il ciclo de I nostri antenati di Italo Calvino è formato da tre libri: Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente. Fu lo stesso Calvino a suggerire di leggere i tre romanzi insieme in quanto erano legati. Nel 1960 esce per Einaudi la prima edizione con i tre romanzi legati insieme.
I nostri antenati di Italo Calvino: struttura
Ognuno dei tre libri nasce da un’immagine ossessiva in cui si rispecchia l’autore stesso: un uomo dimezzato, un ragazzo che decide di vivere sugli alberi, un’armatura.
Il visconte dimezzato viene da molti considerata una “fiaba d’evasione” e narra la storia di Medardo di Terralba il quale, nel corso della guerra contro i turchi, viene colpito da un cannone che lo divide in due metà esatte. I chirurghi che lo curano sono costretti a ricucirne una sola metà, che poi, purtroppo, si dimostrerà essere quella malvagia.
Il barone rampante racconta di Cosimo Piovasco di Rondò che si rifugia su un albero a causa di un piatto di lumache rifiutato, e dal quale non scenderà più.
Il cavaliere inesistente descrive, infine, le vicende di Agilulfo, un’armatura che parla e ragiona pur essendo vuota.
I nostri antenati di Italo Calvino: commento
Sono tre romanzi che possono essere letti da soli o che, se letti tutti insieme, hanno un qualcosa in più. Trattano tutti il tema dell’identità, caro e ossessione dell’autore.
Spesso vengono consigliati in piena adolescenza, proprio perché i ragazzi, e anche io quando li ho letti, possono ritrovarvi quel senso di smarrimento e di dubbio che vivono nel quotidiano.
Sono le tre situazioni in cui tutti ci ritroviamo: “Sono buono o sono cattivo?”, “Sto facendo la cosa giusta?”, “Perchè provo queste emozioni?”.
Sono tre libri che vengono consigliati negli anni della scuola ma che ogni adulto dovrebbe rileggere, sono un ciclo di “fiabe” per grandi che hanno dimenticato cosa significa vivere i dubbi, le incertezze, il non sapere chi si è negli anni in cui si capisce, attraverso le crisi, gli scontri etc., chi si è davvero e sopratutto cosa si vuole.
Io adoro Calvino per tanti motivi: per il suo modo semplice e dolce di scrivere, per le sue storie così leggere eppure così cariche di significato che non ho potuto non apprezzare in ogni lettura del suo repertorio che ho affrontato.
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