Un dolore così dolce di David Nicholls
Un dolore così dolce è il nuovo e attesissimo romanzo di David Nicholls edito in Italia da Neri Pozza.
Il libro è stato da me acquistato presso Edicola Portogallo.
Un dolore così dolce di David Nicholls: l’autore
Secondo di tre figli, Nicholls ha frequentato il Barton Peveril College di Eastleigh, nell’Hampshire, dal 1983 al 1985: qui si è diplomato con il massimo dei voti in letteratura inglese, teatro, fisica e biologia, partecipando anche a numerose produzioni teatrali del college.Nicholls ha in seguito studiato presso l’università di Bristol, laureandosi in teatro e letteratura inglese nel 1988[2], poi ha tentato la carriera di attore iscrivendosi alla American Musical and Dramatic Academy di New York.
Dai 20 ai 30 anni Nicholls ha spesso lavorato come attore utilizzando il nome d’arte di “David Holdaway” e recitando piccoli ruoli in vari teatri, tra cui il Royal National Theatre.
Un dolore così dolce di David Nicholls: la trama
È l’estate del 1997 a Londra, l’estate del New Labour, della morte di Lady Diana e della fine della scuola per Charlie Lewis. Cinque anni terminati in un batter d’occhio e suggellati dall’immancabile ballo nella palestra della scuola, coi professori alla consolle che azzardano persino Relax dei Frankie Goes to Hollywood o Girls and Boys dei Blur, i ragazzi che si dimenano selvaggiamente e le ragazze che ancheggiano con malizia.
Cinque anni in cui Charlie Lewis si è distinto per non essersi mai distinto in nulla. Né bullo né mansueto, né secchione né ribelle, né amato né odiato, insomma uno di quei ragazzi che, a guardarli nella foto di fine scuola, si stenta a ricordarli, poiché non sono associati ad alcun aneddoto, scandalo o grande impresa. Ora, però, per Charlie è giunta l’ora di definire la propria personalità, il che alla sua età è come cambiare il modo di vestire e il taglio dei capelli. Un’impresa di non poco conto, visto che, dopo aver cominciato a lavorare in nero alla cassa di una stazione di servizio per circa dodici ore la settimana, Charlie non sa che farsene di quella lunga estate.
Per giunta, a casa le cose non vanno per niente bene. Sua madre se ne è andata e suo padre, un uomo mite, cade spesso preda della malinconia.
Un giorno, il giovane Lewis afferra Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut, scelto giusto perché c’è la parola mattatoio nel titolo, e se ne va a leggere su un prato vicino casa. Qualche pagina letta e poi si addormenta all’aria aperta, per svegliarsi qualche tempo dopo intontito dal sole e dalla meravigliosa visione di una ragazza dalla carnagione pallida e i capelli neri. È Frances Fisher, detta Fran.
Un dolore così dolce di David Nicholls: la recensione
David Nicholls è il motivo per il quale al liceo piangevo di nascosto mentre leggevo, sempre di nascosto Un giorno. Ritrovarlo qualche anno dopo a raccontare il primo amore negli anni in cui io imparavo a parlare, correre, saltellare qui e là è stato un po’ strano.
Il ritmo è lento. A volte sembra immobile, ma mosso solo e soltanto dal vero e primo amore, quello che ti si cuce addosso e difficilmente si dimentica del tutto. La lotta non è tra bande e famiglie rivali, bensì è sostituita dalla competitività tra scuole, aggiungetevi un po’ di crisi esistenziale da fine del liceo e avrete bene in mente i temi.
I personaggi sono ben caratterizzati e allo stesso tempo potrebbero essere un po’ chiunque in qualsiasi momento storico. Passano di moda i lustrini e i jeans a vita altissima ma non passerà mai quel mondo fatto di paure e emozioni.
La trama ve l’ho anticipata senza spoiler ma quel tanto che mi basta per dirvi che è un romanzo leggero. Riporta alla mente tanti passaggi che magari ci siamo un po’ persi, tante emozioni lì assopite. Un romanzo che non arriva all’impatto emotivo di Un giorno ma che sicuramente saprà far emozionare chi nel 1997 diceva addio all’adolescenza e entrava a testa bassa e con un po’ di paura nel mondo dei grandi.
Il pubblico
Un romanzo adatto alla generazione di Beverly Hills 90210 (sempre team Dylan, sia chiaro). Se invece preferite i gialli vi consiglio di guardare la recensione di Le sette morti di Evelyn Hardcastle edito sempre da Neri Pozza.
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