Cuorebomba di Dario Levatino
Da oggi in tutte le librerie Cuorebomba di Dario Levatino edito da Fazi. La storia di un ragazzo come tanti altri ma di una città che è divisa tra luci e ombre che ha segnato inevitabilmente il nostro paese.
Ringrazio la casa editrice per il gentile omaggio.
Cuorebomba di Dario Levatino: l’autore
Dario Levantino è nato a Palermo nel 1986. Laureato in Lettere e filosofia nella sua città, oggi è un insegnante di italiano. Cuorebomba è il suo secondo romanzo. La sua opera d’esordio, Di niente e di nessuno (Fazi, 2018), ha vinto il Premio Biblioteche di Roma, il Premio Subiaco Città del Libro e il Premio Leggo Quindi Sono.
Cuorebomba di Dario Levatino: la trama
A Brancaccio, periferia degradata, l’unico modo per difendersi dalla ferocia del quartiere è la famiglia. Ma le famiglie, si sa, sono infelici per definizione e così quella di Rosario. Il padre ha un’altra donna, un altro figlio, e ora è in carcere per spaccio di sostanze dopanti. La madre Maria, invece, scoperta la doppia vita del marito, si ammala di anoressia. Su questo equilibrio precario piomba la scure dei servizi sociali: Maria finisce in una clinica per disturbi alimentari, Rosario in una casa-famiglia. Ispirato dalle sue letture clandestine, il ragazzo diventa così una sorta di Oliver Twist, in lotta contro una legge folle che, nel nome dei diritti dei minori, recide i legami e separa le persone dagli affetti più cari. Nella sua guerra al malaffare che gira intorno ai servizi sociali e nel tentativo di ricongiungersi alla madre, il protagonista però nulla potrà contro le estreme conseguenze di una sentenza definitiva. Fortuna che c’è Anna, ragazza di poche parole, misteriosa e magnetica, a donare a Rosario la luce di una rivelazione: esiste un solo veleno contro la morte ed è l’amore.
Cuorebomba di Dario Levatino: la recensione
“Vengo da Brancaccio, sì, e allora? Cosa pensa la gente, che al posto del sangue io abbia fognatura nelle vene? Che per mangiare io rovisti nei cassonetti dell’immondizia? Che io dorma con una pistola sotto il cuscino?
Ridicoli due volte!”
Potrei già fermarmi qui e voi capireste quanto questa storia si potente dal punto di vista emotivo. Potrei dirvi di come ho sentito lo stomaco chiudersi leggendo la storia di Rosario che è la storia di tanti altri.
Brancaccio, quartiere di Palermo diventato famoso per aver dato i natali ad alcuni dei più spietati boss mafiosi. Qui Brancaccio è un quartiere come un altro, una periferia come mille e più. Rosario è un adolescente che ha dovuto crescere troppo in fretta. Un ragazzino che si meritava di giocare al calcio e non di badare a sua madre.
Rosario e Brancaccio, vittime dei padri e di uno Stato che si è dimenticato di loro.
Il mare che si sente mentre si legge questa breve ma intensa storia non cancellerà l’amaro che una prosa asciutta vi lascerà. Una prosa che non vuole impietosire il lettore ma vuole solo ricordare di quanto siamo anche noi colpevoli di dare etichette senza sapere e di dire “mi dispiace” senza tendere la mano.
Ho terminato la lettura tra le lacrime e mi sono sentita vuota. Completamente. Come se la croce di quel ragazzo fosse anche mia, come se fossi stata uno di quei professori che lo ha giudicato senza tendere la mano, come se sulla sua vita avessi lucrato anche io. È una storia di padri che rovinano i figli e di figli che imparano che nella vita avranno solo loro stessi su cui contare. Ci sono madri che non riescono a esserlo e per provarci ci rimettono la vita.
Leggetelo e poi pensate a quanto siete stati fortunati.
Il pubblico
Un altro libro per conoscere Palermo è La battaglia delle Bambine.