Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri di Daniele Germani
Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri di Daniele Germani edito da edizioni Spartaco è una riflessione malinconica sulla normalità e la salute mentale.
Ringrazio la casa editrice per il gentile omaggio.
Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri di Daniele Germani: l’autore
Daniele Germani nasce a Colleferro (Roma) il 25 marzo 1978. Lavora nel settore cinematografico dal 1996 al 2006. Dal 2008 decide di trasferirsi all’estero (Spagna, Inghilterra, Irlanda), per poi stabilirsi per qualche anno a Madrid e poi di nuovo a Londra. Dal 2016 è tornato in Italia, a Genova, dove vive e lavora. Ha pubblicato Manuale di fisica e buone maniere (David and Matthaus 2016).
Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri di Daniele Germani: la trama
Una donna, un uomo, un pazzo. Lei ha un rimpianto, aver lasciato il pianoforte e la musica per dedicarsi al marito e ai figli. Lui è ossessionato da una nota stonata, che gli risuona nella testa e non gli dà pace. Il folle sta preparando una bomba, per annientare il padre che non l’ha mai accettato. Siamo all’inizio degli anni Ottanta, la chiusura dei manicomi imposta dalla legge Basaglia del 1978 è l’occasione per esplorare il territorio complesso e accidentato del senno umano. In un romanzo ardito nella struttura, i riflettori sono puntati sulla parola «guarigione», che implica il sacrificio di mondi immaginari costruiti come antidoto all’isolamento, all’emarginazione. L’impossibilità di un legame autentico con gli altri lacera i personaggi della storia. E così la vicenda letteraria di una malattia «mentale» esplode nel racconto intimo della malattia «relazionale». Perché a volte i muri più difficili da penetrare, i più alti e i più spessi, sono quelli eretti da chi ci sta intorno. Ma i veri pazzi chi sono?
Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri di Daniele Germani: la recensione
Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri di Daniele Germani (Spartaco) è un romanzo che mi ha lasciato addosso tanta malinconia.
Tre i personaggi che si alternano: un uomo, una donna e un pazzo. La vera protagonista è mente con le sue malattie. Raccontare la malattia mentale non è mai facile, soprattutto quando si va a indagare l’atteggiamento della società nei confronti di essa.
Il legame che unisce i tre personaggi che si alternano non è chiaro, ma sicuramente, il personaggio che più mi ha colpita è stato il pazzo e il contorno di un’epoca che ha visto l’approvazione della Legge Basaglia a inizio anni Ottanta. I manicomi venivano chiusi e le persone e le famiglie abbandonate al loro destino.
Il linguaggio cambia spesso registro e sopratutto con la pazzo tocca il fondo con immagini forti e nessun limite. Siamo all’interno di quel mondo descritto anche da Andreoli e che, in questa narrazione ha una connotazione quasi prettamente negativa.
È un romanzo di denuncia in cui viene mostrato il peggio della vita nei manicomi, quella parte di storia italiana che è andata un po’ dimenticata.
Il pubblico
Della stessa casa editrice vi consiglio L’isola dei fiori di cappero.