Il futuro degli eventi
Il futuro degli eventi sembra essere tutto nelle mani degli uffici digital. In questi due mesi di fermo totale, infatti, a chi lavora come social media manager, creatore di contenuti web e digital pr è stato chiesto di fare i miracoli. Dare visibilità a libri usciti a cavallo del lockdown, creare intrattenimento, dare vita agli store online, portare gli artisti nelle dirette.
Il mondo non sarà mai più come prima, poco ma sicuro però non tutto è trasportabile sui social. Ci sono esperienze che con uno schermo in mezzo perdono. Ho cercato di capire come potrebbe evolvere la situazione e quali attività non andrebbero abbandonate quando torneremo a una parvenza di normalità.
È possibile un futuro digitale per tutti gli eventi?
Incontri – Interviste
Parliamoci francamente: quanto è comodo potersi vedere le presentazioni e le interviste dal proprio computer? È vero, si perde la bellezza di incontrarsi ma per me che vorrei seguirle sempre tutte è stato un piacere. Le guardavo quando ero più comoda, durante le pause caffè e senza le corse sfrenate e le imprecazioni contro i conducenti ATM. Tranquillamente ho seguito quelle di Fazi Editore, tutto quello che fatto il gruppo Feltrinelli (sono un po’ di parte, lo so) e Mondadori. Mi sono anche divertita tanto a creare un paio di contenuti simili proprio per Mondadori ragazzi.
Io sono una di quelle persone che, almeno in questo caso, vorrebbe che il futuro degli eventi fosse anche digital.
Un po’ è la comodità e un po’ mi è sembrato di non perdermi niente senza dover restare attaccata però al computer. Erano eventi che mi facevano compagnia nel corso della mia giornata e che si adattavano ai miei impegni lavorativi, per una volta ero io consumatrice al centro e non gli orari delle librerie o delle rassegne.
Concerti e Cinema
Discorso totalmente opposto per quel che riguarda i concerti, le fiere e i cinema perchè si perde la spettacolarizzazione dell’evento.
Il concerto di Travis Scott su Fortnite è stato l’evento musicale di questa quarantena: innovativo, diverso, spettacolare. Eppure mancava qualcosa. Eppure non mi ha fatto sentire parte di qualcosa.
Era qualcosa di bellissimo all’interno di un videogioco, di un mondo che però non mi è arrivato fino in fondo. Si è fermato e sì lo ricorderò, ma non arriverà alla bellezza di quando ho pianto sentendo cantare Ed Sheeran l’anno scorso a San Siro. L’emozione non passa da uno schermo e la condivisione del momento con altre persone reali, almeno per me, è essenziale.
Così come i cinema: sono una grandissima fruitrice di servizi di streaming, ma ci sono film che voglio, esigo, pretendo vedere al cinema. Sarò una fissata? Sarà che amo il cinema e voglio godermelo al meglio? Non lo so fatto sta che trovo impensabile vedere tutte le nuove uscite, ad esempio, Disney su Disney+. In un momento in cui Netflix portava le sue produzioni al cinema dimostrando che le due strade non si escludono, anzi ecco che ci ritroviamo con i cinema chiusi e i servizi di streaming sotto stress.
Il futuro di questi eventi potrebbe essere il drive-in: in Danimarca e Germania si sta già sperimentando come soluzione soprattutto per non mettere in ginocchio due settori così importanti per la stagione estiva. Potrebbe funzionare? Sicuramente più per il cinema che per i concerti come Grease insegna. Il settore degli eventi musicali, a mio avviso, è quello che sarà più colpito: anche con i concerti con modalità drive-in vedrà delle perdite non indifferenti: i posti sarebbero limitati, i costi degli impianti e sicurezza, immagino, più alti. Diventerebbero dei concerti/film perchè tutti guarderemmo solo e soltanto i maxi schermi.
Le fiere
Le fiere. Qui signori ve lo dico con tutto il cuore. NO! Il 14 di maggio partirà la Fiera internazionale del libro di Torino online. Lo sentite il mio cuore distrutto? Sentite il mio cuore che ancora non si è ripreso dalla Bologna children’s book fair 2020? Tanto di cappello a chi le pensa e le realizza queste iniziative ma come pensate di togliere le persone dalle fiere? Forse nel secondo caso, essendo una fiera per lo più di addetti ai lavori è ancora comprensibile ma il SalTo no.
Metà del SalTo è fatto dagli editori che parlano con i lettori? Editori che si inventano la qualunque e danno il massimo sotto ogni punto di vista per creare un’esperienza: correre da una parte all’altra, gli abbracci, le lacrime, le figuracce, le carte di credito che piangono…Signori per quest’anno va bene ma non facciamo scherzi per il 2021. Anche perchè sinceramente io non so quanto potrò seguire dovendo lavorare. Del Bologna children’s book fair, ad esempio, ho visto si e no due interventi. Un po’ perchè me li sono proprio dimenticati e un po’ perchè, essendo in smart working, non potevo.
Eventi digitali…e l’Italia
Quello che nessuno di noi ha ancora realizzato e che, almeno in Italia, non abbiamo connessioni che permettano eventi, film, ferie con una qualità altissima. In questi due mesi ho sentito più persone dirmi “Sono senza connessione” che “Sono senza lievito”.
Bisogna ricordarsi che perfino fuori Milano non tutti hanno ancora la fibra. Bisogna ricordarsi che ci sono paesini nel pavese in cui prende un solo gestore e così in molte altre zone del Bel Paese. Insomma se veramente si sta pensando di portare per un periodo di tempo prolungato tutto sui social pensiamo anche che è arrivato il momento di investire in infrastrutture, a regolarizzare certi lavori e a pagarli tanto quanto meritano. Non è possibile chiedere alle aziende di eventi di spostarsi online quando l’online rallenta.
Netflix e YouTube hanno dovuto abbassare la qualità dei loro contenuti per evitare il collasso. Mark Zuckerberg ha ammesso che anche i suoi server avrebbero potuto cedere (tranquillo Mark, da Social Media Manager ti posso assicurare che ce ne siamo già accorti da un pezzo…non centra la quarantena). Questo in America… Immaginate in Italia cosa potrebbe accadere semplicemente alle reti.
Mi avete sentita parlare benissimo di Twitch, di quello che sta facendo la Machete , ma non credo che sia una soluzione a tutto. Sicuramente con un bel palinsesto alcune rassegne e anche una parte delle fiere avrebbero avuto più risalto delle dirette instagram e Facebook. Funziona molto bene per la musica, per il gaming, per lo sport, le ricette ma è pur sempre un social. Manca il lato umano.
Siamo animali sociali, non dimentichiamolo.