L’età del talento
Ma esiste veramente un’età del talento? Esiste un momento in cui un talento è maturo e pronto per esprimersi?
Parlando qui e là in questi giorni ho sentito dire “Un artista per esprimersi e arrivare deve avere vissuto tanto”.
Lì per lì, come al mio solito, ho detto “Sì, è vero”. Poi ci ho riflettuto. Ma siamo sicuri che serva una vita lunga per raccontare esprimendo il proprio talento?
Mi è tornato in mente il pezzo che ho scritto su Young Miles e l’età di questo giovanissimo talento: 18 anni. Secondo la logica comune a molti questo ragazzo non dovrebbe arrivarmi perchè ha un percorso di vita breve. Ma la qualità? Le situazioni che si sono vissute hanno un peso? Il talento è innato, o c’è o non c’è. Si può e si deve coltivare e allenare ma non è l’età anagrafica a fare di un artista un artista di talento. Il talento matura sì, ma arriva anche a 18 anni. Arriva quando una base riesce a commuovere qualcuno, quando quel ritmo entra dentro la testa e il cuore delle persone e le trasporta. Young Miles è un talento eppure è giovanissimo e arriva più di molti suoi colleghi più adulti. Non è una questione di età anagrafica è una questione di empatia e attitudine ad essa.
Perché prendo Young Miles ad esempio? Perché il talento non è dirsi “Ah come sono bravo”, il talento è alzare l’asticella di continuo. Il talento è vedere, sentire qualcosa e aver bisogno di comunicarlo a modo proprio. ZeroCalcare lo ha fatto in queste settimane con la sua ironia in Rebibbia Quarantine. Ha osservato il mondo e lo ha descritto a modo suo. Quello è talento.
Il talento è misurabile? No.
È uguale per tutti? No.
Ha un’età? No.
Mozart è morto a 35 anni eppure mi sembra che siamo tutti concordi nel dire che fosse un talento. Quindi perchè un ragazzo di 18 anni come Young Miles e come molti scrittori non dovrebbe arrivarmi e essere un talento? Perché quando leggiamo i più piccoli di noi tendiamo a dire “Ah ma ti manca l’esperienza!”. No.
L’esperienza…
L’esperienza non fa il talento, l’esperienza semmai fa maturare un talento. Ho letto poesie bellissime di ragazzi e ragazze tra i quindici e i vent’anni, ascoltato voci da mozzarmi il fiato di adolescenti. C’è più talento in quei ragazzi che in molti autori che leggo. Ho visto la passione che si perde e che, conseguentemente, fa smarrire la capacità di usare il proprio talento.
Perché nessun talento è tale senza passione, senza quel fuoco che ti smuove e ti porta a non mollare mai.
Prima di dire “Ah ma è troppo giovane” impariamo a chiederci “Chissà cosa ha passato per arrivarmi fino alla bocca dello stomaco”. Vi assicuro che così tutti sapremo coltivare talenti che altrimenti continueranno a non avere il successo che meritano.
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