“Asimmetria” di Lisa Halliday
Asimmetria di Lisa Halliday edito da Feltrinelli è uno degli esordi più interessanti di quest’anno. Un romanzo su cui si è tanto parlato soprattutto per la relazione tra l’autrice e una delle penne più belle del Novecento: Philip Roth.
Un romanzo suddiviso in tre parti e che mostra con una sorta di metodo scientifico le asimmetrie e qualche ipocrisia che caratterizzano il mondo.
Trama
Asimmetria è un romanzo come non ne avete mai letti. Esplora con originalità e intelligenza, umorismo ed eleganza le relazioni asimmetriche della vita.
Alice ha venticinque anni, vive a New York e lavora per una casa editrice. Una domenica, mentre legge seduta su una panchina di Central Park, incontra un signore divertente e affascinante, quarant’anni più vecchio, che Alice riconosce subito come Ezra Blazer, il leggendario Premio Pulitzer per la letteratura universalmente ammirato. Fra i due nasce una tenera storia d’amore.
Amar è un economista iracheno-americano che fa scalo a Heathrow sulla via per l’Iraq, dove è diretto per andare a trovare il fratello. Trattenuto per motivi contorti dalla polizia, passa il weekend in custodia all’aeroporto e ripensa a tutta la sua vita.
Gioventù e vecchiaia, Occidente e Medio Oriente, equità e ingiustizia, fortuna e talento, personale e politico: Lisa Halliday riesce a tenere insieme tutto questo e a dirci in maniera meravigliosa qualcosa di importante sugli strani tempi che stiamo vivendo.
Alice e Ezra: lei poco più che ventenne, lui quarant’anni in più. Lei all’inizio di una carriera che non sa dove la porterà, lui grande scrittore affermato. Un po’ a tutti è venuto in mente che queste siano le stesse premesse della relazione tra Lisa Halliday e Philip Roth. Una storia d’amore asimmetrica dove Ezra è ricco, lei un po’ meno. Lui ha un passato e un futuro al termine, lei tutta la vita davanti. Una storia d’amore con la data di scadenza che viene però resa immortale dagli istanti che hanno condiviso.
Il secondo racconto invece vede come protagonista Amar che racconta le differenze tra la sua terra e l’America, di come i suoi genitori avessero lottato per dare un futuro migliore a lui e al fratello e di come, questo, non avesse potuto far ritorno in America a seguito di controlli. Un mondo al rovescio rispetto a quello in cui Amar vive e di cui non aveva mai veramente notato le differenze tra occidente o oriente fino a quando non ci si è trovato in mezzo.
La terza parte è un’intervista tra Ezra e una giornalista della BCC che racconta la sua vita attraverso la musica con la consapevolezza di avere avuto tutto quello che poteva desiderare.
Stile
Halliday gioca su tre stili: nella prima parte abbiamo un narratore esterno che segue Alice e ne mostra la gioventù. Nella seconda parte, invece, è Amar a raccontarci gli avvenimenti che, con un rapporto di causa-effetto, lo hanno portato a vivere quel weekend. L’ultima parte del romanzo è una vera e propria intervista.
Tre modi di raccontare frammenti di vita molto diversi che si adattano bene alle varie situazioni: nella prima l’autrice resta fuori, crea un po’ di distacco tra la storia e il pubblico forse per paura di subirne un giudizio o per non riaprire vecchie ferite, nel secondo, invece, vuole che il lettore si immedesimi nelle discriminazioni che Amar è costretto a vivere, a quelle situazioni spiacevoli che mai nessuno dovrebbe vivere sulla sua pelle. Nella terza c’è la nostalgia che arriva a chiudere un’opera piena di luci e ombre.
Conclusione
Asimmetria è un’opera che mostra le asimmetrie del mondo ma mostrando la libertà di scegliere con chi avere una relazione, la libertà di scegliere chi essere e dove. Un libro per chi ha bisogno di sentirsi libero, di vedere che anche davanti al successo altrui si può essere più ricchi, avere più tempo, sentire di più. Tre racconti che mostrano esattamente questo secondo me: il bisogno di notare che le asimmetrie possono essere dove nessuno le aspetta.