“Città senza stelle” di Tim Baker
Città senza stelle di Tim Baker è un romanzo al limite tra la cronaca e il thriller. Edito da SEM Società Editrice Milanese, si accosta molto bene ai grandi racconti dei narcos, ma con l’enorme pregio di dare voce a donne e a uomini che lottano per cambiare le cose ogni giorno.
Ringrazio la casa editrice per l’omaggio.
Trama
Ciudad Real, in Messico, è l’inferno delle maquiladoras, gli stabilimenti di proprietà straniera dove la forza lavoro viene impiegata sottocosto in condizioni di sfruttamento prossime alla schiavitù. Ai margini di questa città operaia, sorta lungo la frontiera con gli Stati Uniti, ogni anno vengono uccise centinaia di donne. Omicidi brutali, inspiegabili. La polizia indaga, o finge di indagare. Ma nessuno vuole che la verità venga fuori davvero.
Fuentes è un poliziotto diverso dagli altri. Duro, ostinato, si è messo in testa un’idea rischiosa: mettere fine all’interminabile massacro delle ragazze che arrivano in questa terra di confine inospitale e violenta da tutto il Messico, disposte a lavorare per pochi dollari al giorno vivendo sul filo sottilissimo di un sogno.
Mentre la polizia corrotta e senza scrupoli chiude sbrigativamente le indagini una dopo l’altra, Fuentes va avanti senza ripensamenti. Ha più di un motivo per sospettare che molti suoi colleghi siano sul libro paga di El Santo, il più sanguinario tra i signori del narcotraffico.
Eppure non tutti all’inferno sono in vendita. Fuentes condivide il rischio della sua impresa con Pilar, un’attivista sindacale giovane ed esuberante, impegnata, con l’aiuto di un piccolo gruppo di compagni, a organizzare nelle fabbriche azioni contro lo sfruttamento delle operaie. Nonostante l’avversione di Pilar nei confronti della polizia messicana, i due indagano insieme sotto traccia.
Personaggi
Fuentes è uno dei pochi poliziotti che non si è arreso alla normalità della violenza che vede ogni giorno e che non è sul libro paga del grande narcotrafficante El Santo, padrone di quella zona di frontiera tra l’America e il Messico.
Una grande donna lotta per la sua libertà e quella altrui: Pilar. Sindacalista che crede di poter cambiare le cose e che lotta per far si che questo accada e che rischia la sua vita ogni giorno a causa della sua battaglia.
Tra preti dalla dubbia morale e donne che si piegano al gioco di potere ogni personaggio è fatto di luci e di ombre. Non ci sono veri eroi ma uomini, e donne, che decidono da che parte stare nonostante i loro segreti.
Stile
Un romanzo corale, molto ben tradotto, che ha uno stile molto diretto: i fatti sono presentanti con molti particolari, quasi a voler disgustare il lettore. Anche i pensieri espressi dai vari personaggi sono mostrati sempre con la chiave di mostrare al lettore per chi fare il tifo e come. La realtà supera la finzione in questo romanzo arrivando a chiederci dove, come esseri umani, sbagliamo quando accadono queste cose. In Europa poco le avvertiamo ma lo stile dell’autore ha, secondo me, lo scopo di scottarci per non permetterci di dimenticare.
Una narrazione in terza persona che riesce comunque a coinvolgere il lettore.
Conclusioni
Un romanzo che a me personalmente è piaciuto e molto. Amando il filone crime/thriller ero sicura che mi sarebbe piaciuto e che avrei potuto apprezzarlo senza remore. In alcuni punti ho però fatto fatica a portare avanti la lettura per la violenza e, passatemi il termine, schifo che viene raccontato. Pensare che questi fatti siano all’ordine del giorno è davvero inconcepibile.
Consigliato a chi ama il genere e a chi ha uno stomaco forte.