L’arminuta di Donatella Di Pietrantonio
L’arminuta di Donatella Di Pietrantonio edito Einaudi nel 2017 ha vinto il Premio Campiello e il Premio Napoli nello stesso anno.
Un romanzo dal sapore amaro che mi ha ricordato quanto sia profondo il rapporto che lega due sorelle, anche se ritrovate tardi.
L’arminuta di Donatella di Pietrantonio: l’autrice
Donatella Di Pietrantonio vive a Penne, in Abruzzo, dove esercita la professione di dentista pediatrico. Ha esordito con il romanzo Mia madre è un fiume (Elliot 2011, Premio Tropea). Per Einaudi ha pubblicato L’Arminuta (2017 e 2019), vincitore del Premio Campiello 2017 e Bella mia, con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati e il Premio Vittoriano Esposito Città di Celano.
L’arminuta di Donatella di Pietrantonio: la trama
Ci sono romanzi che toccano corde così profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con “L’Arminuta” fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell’altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima.
Inizia così questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche più care, l’affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l’Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita.
La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c’è Adriana, che condivide il letto con lei. E c’è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L’accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi.
L’arminuta di Donatella Di Pietrantonio: recensione
L’arminuta di Donatella Di Pietrantonio, come già anticipato, è un romanzo dal sapore amaro.
La protagonista viene rimandata (da qui il termine Arminuta) alla sua famiglia biologica senza che le venga spiegato il perchè.
Inizierà così il rapporto con Adriana, la sorella e in qualche modo anche col padre e la madre biologica. Resterà in lei però sempre il dubbio del perchè l’avessero abbandonata in quel modo senza troppe spiegazioni. Le spiegazioni arriveranno e con esse una grande lezione di vita.
Donatella Di Pietrantonio nel suo romanzo tocca temi importanti come l’abbandono, la maturità, l’istruzione e quel senso di inadeguatezza che contraddistingue un po’ ognuno di noi.
Una prosa eccelsa priva di troppi fronzoli e che è arrivata direttamente al mio cuore facendomi sentire l’arminuta in modo profondo e viscerale. Un’opera che trova la sua forza nei suoi temi e nell’indole dell’animo femminile che sa sempre rialzarsi, sa sempre quale è la cosa giusta da fare. Ad un certo punto si vede anche quanto un titolo di studi e la ricchezza non facciano delle persone persone intelligenti, con un cuore. Ho adorato la contrapposizione di chi non ha nulla e da tutto quello che ha.
L’arminuta di Donatella di Pietrantonio: il pubblico
Un romanzo che consiglio a chi ha bisogno di ritornare, di trovare le sue origini.
Leggetelo se vi è piaciuta L’amica geniale o Una volta è abbastanza.