Il fiore perduto dello sciamano di K di Davide Morosinotto
Il fiore perduto dello sciamano di K di Davide Morosinotto edito da Mondadori è un romanzo d’avventura per ragazzi che va oltre il genere e racconta la storia di chi non si arrende e sorride anche quando tutto crolla.
Ringrazio la casa editrice per il gentile omaggio
Il fiore perduto dello sciamano di K di Davide Morosinotto: l’autore
Davide Morosinotto è nato nel 1980 in un piccolo paese vicino a Padova, vive a Bologna. E’ giornalista, traduttore di videogiochi, scrittore di fantascienza e libri per ragazzi. Nel 2007 ha vinto il Mondadori Junior Award, e ha pubblicato il suo primo libro. Da allora ha scritto più di trenta libri. Nel 2017 ha vinto il “Superpremio Andersen” con “Il rinomato catalogo Walker & Dawn.”
Il fiore perduto dello sciamano di K di Davide Morosinotto: la trama
Perù, 1986.
Quando Laila viene ricoverata nella clinica neurologica di Lima non passa inosservata: la figlia di un diplomatico finlandese e i suoi capelli biondissimi incuriosiscono i giovani pazienti del reparto Pediatria. Specialmente El Rato, il ragazzino con la lingua più lunga che Laila abbia mai conosciuto.
I due si imbattono per caso in uno strano diario, scritto nel 1941 da un certo dottor Clarke, e restano affascinati dal disegno di un raro fiore usato dagli sciamani della tribù di K., che secondo le annotazioni di Clarke ha un grande potere curativo.
Proprio in quel momento per Laila arriva la diagnosi: i medici sono finalmente riusciti a dare un nome alla sua malattia, un nome che non lascia speranze. O forse no.
C’è ancora una cosa che i due amici possono fare, insieme: ritrovare il Fiore Perduto che, forse, può guarire Laila. E cambiare il destino di entrambi. Inizia così un viaggio lungo e inaspettato che li porterà dalle Ande alla foresta amazzonica, sfidando terroristi, trafficanti di droga e una natura maestosa e terribile.
Il fiore perduto dello sciamano di K di Davide Morosinotto: la recensione
Un libro per ragazzi? Assolutamente si, ma che fa divertire ed emozionare anche gli adulti.
Davide Morosinotto cresce e con lui la sua prosa che risulta più matura, ma non per questo troppo difficile per il pubblico a cui si rivolge.
Laila è una bambina che vede lentamente il suo mondo spegnersi, El Rato era colui che teneva la luce accesa e con essa la speranza di guarire.
Era dal giorno prima che mi chiedevo perché quei due ragazzini avessero deciso di viaggiare insieme. Voglio dire, non sembravano una bella coppia. Lei era un’altolo- cata, di certo parlava quattro o cinque lingue come nien- te. Lui invece era il classico tipo di strada cholo senza un’istruzione.
Che cosa li teneva uniti?
Ora lo sapevo.
Lei lo apriva al mondo. E lui, il mondo di lei, lo teneva al sicuro.
Le avventure tra le Ande e l’Amazzonia fanno sì divertire ed emozionare ma quello che resta alla fine di questa lettura è ben altro. Resta la speranza, la fame di vita vera, la fiducia, la fedeltà, il coraggio. Non oso immaginare cosa significhi vedere la tua vita scivolarti via come accade a Laila. So però che Davide Morosinotto lo ha fatto con tatto, entrando in punta di piedi e accompagnandoci in silenzio.
È un racconto che va oltre il genere d’avventura, perchè c’è tanta vita. C’è la pre adolescenza, la sensazione di star perdendo tutto, c’è il coraggio di prendere e andare alla ricerca di una soluzione anche se tutti ti fermerebbero.
Anche graficamente è un libro che non può mancare nella vostra libreria perchè le parole prendono la forma dello sguardo di Laila, ma a tutto c’è un lieto fine e non sempre è quello che ci aspettiamo.
Il pubblico
È il libro adatto per tutti quei ragazzi che hanno amato le avventure di Frida raccontate in Petrademone.
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